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MARCELLO MASCHERINI

Marcello Mascherini

(Italian, 1906-1983)

Dopo una permanenza di quattro anni a Fagnigola di Azzano Decimo, nel 1910 si trasferì con la madre a Trieste; durante la prima guerra mondiale fu profugo a Isernia. Tornò a Trieste solamente nel 1919 alla fine della guerra. Nella città giuliana egli intraprese la strada dell'arte, in particolare quella della scultura nelle sue più svariate forme, frequentando la Scuola per capi d'arte dell'Istituto industriale "A. Volta", dove si formò con Alfonso Canciani e poi con Franco Asco.Presso lo studio di quest'ultimo poté sviluppare un linguaggio più personale, lontano dalla formazione accademica che aveva inizialmente ricevuto.
Scrivendo di lui il poeta Alfonso Gatto, che gli fu amico sincero, ricorda che:
«questa condizione di autodidatta e di solitario lo costringe ad un più duro lavoro, a smarrimenti e a faticosi recuperi persino a esperienze ormai esaurire da altri; ponendolo in continuo confronto con se stesso e nella necessità di dovere contare soltanto sulle proprie forze, ne è favorito così il definirsi della sua persona.»
Si diplomò nel 1924, e dopo una prima mostra nel 1925 con alcuni gessi al Circolo artistico di Trieste, nel 1936 espone a Vienna, Budapest, Berna, Lienz, Sydney, Parigi, New York e San Francisco. La sua attività culminò con il conferimento del premio unico dell'Accademia d'Italia per la Scultura da parte di Mussolini (1940).
La sua intensa attività proseguì anche dopo la seconda guerra mondiale. Va ricordata anche la sua carriera da scenografo, iniziata nel 1948 e intensificata dopo un soggiorno a Parigi nel 1951 dove conobbe Boris Vian e Jean-Louis Barrault.
Nel 1980 gli è stato conferito il premio San Giusto d'Oro dai cronisti del Friuli Venezia Giulia.

Ebbe inoltre fortuna come decoratore di navi, esordendo con i profili bronzei del Duce e del Re per la Victoria I (1930). Una sua scultura il "Minatore-Soldato" (1937), in pietra bianca istriana (cave di Albona), si trovava sotto il piccolo balcone della Casa del Fascio, nella piazza centrale di Arsia, in Istria. L'opera considerata fascista fu abbattuta dall'esercito jugoslavo durante l'assegnazione ed occupazione del territorio istriano (Trattato di Parigi del 10 febbraio 1947). Un'altra scultura, un "Leone e Fascio Littorio" (in bronzo e altri metalli) che avvolge un alto pennone alzabandiera, venne collocata nella Piazza Roma ai lati dell'ingresso della "Torre Littoria", oggi "Civica", di Carbonia al momento della sua fondazione nel 1938. L'opera scomparve subito dopo la guerra, nel settembre del 1943, per essere fusa nelle officine meccaniche della Miniera di Serbariu e ricavarne bronzine per far funzionare gli impianti delle miniere carbonifere del Sulcis, e se n'è persa, quindi, ogni traccia.
Una scultura in bronzo h cm 47 dal titolo "Donna" è presente presso il Museo Fortunato Calleri di Catania.